Tre poesie*
Sonata di Giglio
Inferno deserto
digiuno d’ebrezza
immonda tentazione
fracasso dolore
ed ecco l’abisso
falsa disperazione
era fame d’illusione
senza alcuna spiegazione
poiché era il re dei morti
che desiderava un’emozione
ma il momento era erroneo
ed arrivò l’illuminazione
d’un tratto la realtà
diventò un riflesso
di una mera disperazione
fonte d’acqua pura
il deserto si trasformò in Eden
e dall’arido terreno nacque un fiore
era sonata di giglio
e l’amore d’un tratto fu compassione.
***
IL VAGABONDO E LA VITA
[Poesia ispirata dall’opera di pianoforte omonima “El Vagabundo y la Vida” del Gran Compositore Josué Bonnín de Góngora]
Respira la primavera
tra le foglie dell’autunno.
Incubo mattutino,
luce di miele:
è l’usignol che canta
multiforme anima compositrice.
Spirito in rima
di un dolore di salvezza.
Trina ingenerata compassione
di una speranza che non conosce nome
ho smarrito la via
e ritrovato l’amore:
Ecce Homo!
“Elì, Elì, lemà sabactàni!”
Tutto era compiuto.
Il cielo dipinse l’inferno
ed il perdono trasfigurò la Musica
in una rosea brezza
d’armonia sacrificante:
Ecce Homo!
Era un diamante.
***
Sorriso Cristico
Con ammirazione al poeta e filosofo Ilia Galán
Sorriso cristico
di una rivoluzione emozionale
saggio filosofo
di una contemplazione astrale
vola l’udito di un’aquila magistrale
ma l’abisso può aspettare.
É giunto il poeta
ed il saggio siede ad ammirare
un sole tramontato nell’alba lunare
riflesso di luce
il mondo può aspettare.
***
Alessandro Spoladore
[Benalmádena, 27 maggio 2017]
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Nota
* Estrapolate dal mio ultimo libro La Sonata del Giglio. Ars Poetica, Oviedo, 2017.